LA FAMIGLIA
Bruno Lattes nacque a Treviso il 9
gennaio 1877 da una famiglia veneziana di origine israelita. Le fortune della
famiglia erano iniziate con il nonno paterno, Abramo, il quale aveva intrapreso
un commercio di tessuti preziosi e seta nella città di Venezia. Parte del
guadagno di tale attività venne investito nell’acquisto della villa ad Istrana,
nel 1842, con l’intento di utilizzarne le pertinenze per l’insediamento di una
filanda, una delle primissime del Veneto. Il figlio di Abramo, Cesare Zaccaria
diventa l’amministratore dell’azienda e, dopo il matrimonio, decide di
trasferirsi definitivamente da Venezia a Treviso.
L'INFANZIA
A Treviso nascono i due figli di
Cesare: Bianca e Bruno. L’infanzia per i due bimbi trascorre serena, attorniati
dall’amore e dalle premure dei genitori. Nel 1888, a soli 11 anni, il giovane
Bruno inizia gli studi ginnasiali presso il prestigioso Liceo trevigiano
“Canova”, dove, tra gli altri, avrà come insegnante Luigi Bailo, fondatore del
museo civico di Treviso. Nel 1893 consegue la maturità e si iscrive alla
facoltà di legge presso l’Università di Padova. Nel 1897, non ancora ventenne,
consegue brillantemente la laurea in diritto internazionale con una tesi dal
titolo “Doppia cittadinanza e mancanza di cittadinanza”. I primi anni di praticantato
li svolge a Venezia, presso lo studio di un cugino, affrontando anche alcuni
processi presso la Pretura locale. Acquisita una certa professionalità ed
esperienza, nel 1899, Bruno decide di ritornare a Treviso per aprirvi un
proprio studio legale. Il suo modo di impostare il lavoro, molto rigoroso ed
organizzato, gli procura ben presto un buon numero di clienti, e la sua fama
nel foro trevigiano cresce con grande rapidità. Nonostante gli impegni di
lavoro, Bruno trova il tempo per dedicarsi alla passione per la musica, in
particolare suona con passione il violoncello.
Al termine del conflitto, Lattes
riprende l’attività di avvocato, con sempre maggiori successi, fino a fargli
scrivere, nel 1928, che quello è l’anno “acme della carriera forense”. Nel
1932, Lattes lascia la professione per dedicarsi alla sua vera e grande
passione: quella dei viaggi. Intraprenderà così delle lunghe esplorazioni in
Africa, Asia ed India, che verranno ricordate nei propri scritti autobiografici
con molti dettagli e curiosità di carattere etnografico e paesaggistico. Da
questi viaggi riporterà in patria anche molti degli oggetti d’arte che andranno
ad arricchire la personale collezione di antichità, automi e carillons.
LE LEGGI RAZZIALI
L’entrata in vigore delle leggi
razziali, nel 1938, ha in un primo tempo un impatto relativamente “leggero” per
l’ex avvocato, ma i venti persecutori soffiano sempre più impetuosi. Così,
quando uno zelante cittadino lo denuncia per sfruttamento di personale ariano
(l’aveva veduto per le strade di Istrana trasportato su una carrozzina a pedali
dal proprio autista), il Lattes decide di riparare in Svizzera. Il pericolo è
però quello di perdere tutte le proprietà per confisca. Così la villa viene
abitata e custodita in modo da evitare ogni tipo di saccheggio da due amici:
l’avvocato Biscaro e il geometra Perona, insieme alle rispettive famiglie. Durante il soggiorno svizzero, il
Lattes viene colpito da un infarto che ne mina la salute in modo permanente.
GLI ULTIMI ANNI
Terminata la guerra, nel 1945, egli torna ad Istrana, ma subito deve affrontare
un’altra circostanza che rischia di mettere a repentaglio la sua proprietà ed
il lavoro di molti fittavoli. Nel 1950 inizia, infatti, la procedura di
esproprio dei terreni di proprietà per la costruzione del futuro aeroporto
militare. Il Lattes si oppone fieramente a tale decisione, intentando una causa
allo Stato e cercando in ogni modo di salvare proprietà e lavoro dei propri
salariati. Ma nel 1952 arriva la sentenza definitiva: la causa è persa e le
ruspe possono entrare nei campi del Lattes. Moltissime famiglie, private del
sostentamento, si troveranno nella necessità di emigrare all’estero,
soprattutto in Canada e Australia. Quest’ultima grande delusione condurrà
rapidamente ad un peggioramento delle condizioni di salute e, il 3 ottobre
1953, a 76 anni, Bruno Lattes muore per infarto, nella sua amata villa di
Istrana.